E tu? Perché non accetteresti Astrazeneca? Il caso del bias dell’omissioneTempo di lettura stimato: 12 min

di Lorenzo Gagliardi

La storia del caso Astrazeneca

È quasi estate, comincia a far caldo, e in questa ritrovata serenità molti di noi vedono ormai alle spalle i mesi più cupi appena trascorsi. Abbiamo avuto un autunno, un inverno e una primavera durissimi. Solo un pensiero positivo, l’unica speranza – all’inizio lontana, quasi immaginaria, oggi sempre più concreta – ci ha accompagnati in questo periodo infernale: i vaccini. Mentre scrivo (Ultimo aggiornamento 16 giugno 2021, ore 21:08), il 50,85% della popolazione italiana ha ricevuto almeno la prima dose, compreso il monodose (Fonte: https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/), e in giro già si respira un’aria diversa. Sarà l’estate, saranno i vaccini. Sarà.

C’è però una storia interessante sui vaccini – tornata particolarmente attuale dopo le notizie di cronaca di qualche giorno fa dovute alla morte di una studentessa diciottenne per trombosi (probabilmente legata all’interazione del vaccino Astrazeneca con altri problemi di salute) -, che non deve (e non può) finire nel dimenticatoio e che può offrirci alcuni spunti molto interessanti. Torniamo indietro fino a metà marzo 2021, quando scoppia il caso Astrazeneca.

Alcuni paesi in Europa sospendono la somministrazione del vaccino inglese, si parla di problemi circolatori, morti sospette, un lotto incriminato. Partono le indagini, l’EMA e l’AIFA rassicurano: non c’è nulla da temere (Il Post 2021a). Nel frattempo, i giornali della stampa italiana mettono in piedi un circo di dubbia professionalità e titoli clickbait, inseguendo spasmodicamente l’ultimo caso di morte “dopo Astrazeneca” (non “per Astrazeneca”) (Wired 2021a), ancora una volta ponendo al primo posto l’ad revenue rispetto a una giusta informazione. Tuttavia, compaiono altre morti sospette. Sporadiche, ma brutalmente reali.

Arriviamo quindi ad oggi: l’EMA e l’AIFA riconoscono un legame tra i casi di trombosi e la somministrazione di Astrazeneca (Il Post 2021b, Aifa 2021a), ma la loro posizione non cambia. Il vaccino deve essere comunque somministrato, perché i benefici continuano a superare di gran lunga i rischi (EMA 2021). Infatti, il numero di casi di trombosi – e non di morti -, secondo l’ultimo rapporto di Aifa, è di 1 su 100.000 (Aifa 2021b). Questa posizione potrebbe sembrare contro intuitiva per molti. Per ammissione stessa del Governo (Ministero della Salute 2021), il bilancio costi-benefici “appare progressivamente più favorevole al crescere dell’età”. Da qui, l’idea del ministero della Salute di suggerire la somministrazione di Astrazeneca solo ai più anziani (Il Post 2021c). Nel frattempo, una serie di associazioni e gruppi di medici hanno sollevato polemiche contro Astrazeneca sui giovani (Wired 2021b).

Come avviene la decisione di vaccinarsi?

Lungi da noi scegliere a chi debba o non debba essere somministrato il vaccino Astrazeneca. Tuttavia, vale la pena analizzare brevemente la situazione decisionale che affronta un individuo in questo caso. La scelta di vaccinarsi è una decisione complessa che avviene su due piani: uno individuale e uno sociale.

Come recentemente osservato dal divulgatore Dario Bressanini, il vaccino non dovrebbe essere percepito (o peggio ancora, comunicato) soltanto come un “medicinale per l’individuo”, ma anche come un “medicinale per la società”. In altre parole, il vaccino apporta benefici al singolo, ma anche e soprattutto alla sua comunità intera, in un’ottica altruistica di immunità di gregge, di riduzione della pressione sul sistema sanitario, di protezione delle persone più sensibili e di fermare lo sviluppo di nuove varianti. Se a questa complessa dicotomia moraleindividuo – società” aggiungiamo la dimensione strettamente più cognitiva, capiamo subito che scegliere se vaccinarsi con Astrazeneca è una cosa piuttosto ardua.

Come ben sappiamo, noi umani non siamo calcolatori infallibili: quando si tratta di fare stime e formulare giudizi, commettiamo errori cognitivi sistematici noti come bias cognitivi (per saperne di più leggi il nostro articolo sui bias cognitivi). Questo è ancora più vero quando nella scelta sono coinvolte tematiche molto delicate ed emotivamente pregne, come appunto i rischi per la salute. Potrebbero essere molti i bias cognitivi coinvolti nella decisione di vaccinarsi, ma quello su cui poniamo l’attenzione oggi è noto in letteratura come bias dell’omissione (Asch et al 1994).

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Daniel Schludi on Unsplash

Un individuo che sovrastimi il rischio di una trombosi e che quindi decida di non vaccinarsi con Astrazeneca starebbe sopravvalutando il costo derivante dall’azione (vaccinarsi, e quindi avere una trombosi) e sottostimando il costo dell’inazione (non vaccinarsi, e dunque contrarre una forma grave di Covid), anche quando quest’ultima è nettamente più probabile della prima.

Questo fenomeno è stato spesso studiato per fare luce su dilemmi morali (ad esempio, il problema del carrello), oltre che come uno dei possibili ostacoli cognitivi alle vaccinazioni (ben prima della pandemia). In altre parole, un eventuale effetto collaterale della vaccinazione è percepito come una conseguenza diretta della propria azione, della quale l’individuo non vuole sentirsi responsabile. Al contrario, le conseguenze dell’infezione non sono vissute come una conseguenza della propria condotta, e dunque sono considerate di minor peso.          

Al netto del fatto che una possibile spiegazione di questo sbilanciamento nella percezione del rischio sia riconducibile alla cattiva comunicazione (e a fenomeni come l’effetto framing e il bias della disponibilità), che enfatizza casi di morti sospette ma non realmente connesse al vaccino, e all’intorpidimento psichico (Slovic 2011 – ne avevamo già parlato in questo articolo), non bisogna necessariamente saltare sulla sedia e puntare il dito all’irrazionalità – una tendenza, per altro, molto comune in questo ambito di studi e definita da qualcuno come bias bias (Gigerenzer 2018).

Proviamo a ragionare un po’ sulla questione, come farebbe un economista comportamentale. Da un punto di vista puramente matematico, i più giovani potrebbero effettivamente avere ragione di rifiutare il costo di una trombosi rara qualora il costo di una grave infezione da Covid sia ancora meno probabile, come nel caso in cui il virus stia circolando poco.

La tabella mostra l'incidenza dei casi covid con e senza vaccino Vaxzevria per fasce di età
Fonte: EMA (2021) – COVID-19 ICU admissions prevented with Vaxzevria compared with unusual blood clots with low platelets


È ciò che mostra con estrema chiarezza il recente report pubblicato da EMA (2021), di cui riportiamo la tabella a destra, che segnala i rischi (in rosso) di trombosi e i benefici (in blu) in termini di terapie intensive evitate con la vaccinazione Astrazeneca, quando l’incidenza del virus è di 55 casi per 100.000 persone – per inciso, mentre scrivo (11/06) la circolazione del virus in Italia si attesta di poco al di sotto dei 60 casi ogni 100.000 abitanti, grazie anche alle vaccinazioni (dati Gimbe). È evidente quindi che nel caso delle fasce di età più giovani (ma più in generale, al di sotto dei 50 anni), evitare Astrazeneca potrebbe essere considerata una scelta razionale (nel senso economico del termine), poiché massimizza l’utilità di individui che hanno in realtà una più accurata misura del rischio. Non c’è alcun bias.

Osservazione analoga potrebbe esser fatta sulla scelta di non accettare Astrazeneca da parte di donne giovani – e dunque, anch’esse attualmente a basso rischio di sviluppare una forma grave di Covid – che assumono la pillola anticoncezionale, la quale comporta già di per sé un rischio lievemente maggiore di eventi trombotici rispetto alla media (Lidegaard et al 2012), sebbene attualmente non vi siano avvertenze speciali da parte di Aifa a tale proposito (Agi 2021).

Situazione ben diversa è quella di chi rifiuta il vaccino Astrazeneca pur non essendo a rischio di trombosi, accettando invece il rischio di contrarre una forma grave di Covid. È il caso dei più anziani, probabilmente atterriti dalla campagna di disinformazione perpetrata dai media nazionali che fin dall’inizio hanno ritratto Astrazeneca come un vaccino di serie B. Il paradosso decisionale sta proprio qui: sono loro che corrono maggiori rischi con il Covid. È evidente che, per l’EMA e per l’AIFA, non può bastare il ripetere come un mantra che il vaccino sia efficace e sicuro, quando tutto il resto della comunicazione rema contro, dal CTS agli opinionisti in TV.

Riflessioni finali

Qualcuno infine potrebbe obiettare: ma se Astrazeneca è rischioso, se pur minimamente (ricordate, 1 caso di trombosi su 100.000), a prescindere dalle probabilità e tutto, perché lo prendiamo in considerazione? Esistono altri vaccini! Beh, ci sono diversi problemi in questa argomentazione:

  1. Abbiamo vaccini in quantità tali da poterci permettere il “lusso” di fare una scelta? Noi non abbiamo dati a sufficienza per poter stimare questo “spazio di manovra”. Inoltre, le persone scoprono sul posto di essere state assegnate ad Astrazeneca, e solo a quel punto possono scegliere se accettare o no.
  2. C’è già qualcuno (circa un milione di persone) che di Astrazeneca attende la seconda dose. Infatti, si sta già discutendo la possibilità di utilizzare un altro vaccino per la seconda dose (Il Post 2021d).
  3. Il tempo è fondamentale. Ogni ritardo nella campagna vaccinale significa morti in più. Se quel tragico, singolo caso di trombosi su 100.000 somministrazioni vi fa paura, perché non soffermarsi sui 26 morti per Covid registrati solo ieri (14/06) in Italia? Inoltre, più passa il tempo, e più aumenta la probabilità che si sviluppino casi di varianti, ed è ciò che sta accadendo nel Regno Unito con la variante Delta e la relativa comparsa di morti anche tra persone già vaccinate (The Guardian 2021).
  4. Non è da escludere la possibilità che anche gli altri vaccini, in futuro, presentino effetti collaterali, anche gravi (ad esempio, i casi rari di miocardite riportati in letteratura a seguito del vaccino Pfizer – O’Leary 2021). Il rischio zero non esiste, come qualcuno enfaticamente ripeteva questo inverno. È possibile, quindi, che ci ritroveremo ad affrontare lo stesso problema decisionale in futuro.

Per concludere, la questione è molto complessa. Come in tutto nella vita, non esiste soltanto il nero e il bianco, la razionalità o il bias. Esistono numerosissime altre sfumature di grigio. Ed è in questo mare di complessità che noi individui siamo chiamati a prendere decisioni ogni giorno. Ora più che mai.

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Bibliografia:

  1. Agi (2021), Il vaccino AstraZeneca non è pericoloso per chi assume la pillola, di Paolo Giorgi https://www.agi.it/cronaca/news/2021-03-19/astrazeneca-aifa-rischi-donne-pillola-11842884/
  2. AIFA (2021a), EMA pubblica un aggiornamento sulla sicurezza dei vaccini COVID-19 Comirnaty, Moderna e AstraZeneca, https://www.aifa.gov.it/-/ema-pubblica-un-aggiornamento-sulla-sicurezza-dei-vaccini-covid-19-comirnaty-moderna-e-astrazeneca
  3. AIFA (2021b), Quinto Rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19, https://www.aifa.gov.it/-/quinto-rapporto-aifa-sulla-sorveglianza-dei-vaccini-covid-19
  4. Asch, D. A., Baron, J., Hershey, J. C., Kunreuther, H., Meszaros, J., Ritov, I., & Spranca, M. (1994). Omission Bias and Pertussis Vaccination. Medical Decision Making14(2), 118–123. https://doi.org/10.1177/0272989X9401400204
  5. Bressanini D. (2021), Il dilemma del vaccino AZ ai giovani, https://www.instagram.com/p/CP6LwQsp_vu/
  6. EMA (2021), Annex to Vaxzevria Art.5.3 – Visual risk contextualization, https://www.ema.europa.eu/en/documents/chmp-annex/annex-vaxzevria-art53-visual-risk-contextualisation_en.pdf
  7. Gigerenzer G. (2018), “The Bias Bias in Behavioral Economics”, Review of Behavioral Economics: Vol. 5: No. 3-4, pp 303-336. http://dx.doi.org/10.1561/105.00000092
  8. Gimbe (2021), Pandemia Coronavirus e ccampagna vaccinale. Monitoraggio indipendente GIMBE. https://coronavirus.gimbe.org/
  9. Il Post (2021a), Per l’EMA si può riprendere a vaccinare con AstraZeneca, https://www.ilpost.it/2021/03/18/ema-conclusione-indagine-astrazeneca/
  10. Il Post (2021b), Per l’EMA c’è un «possibile legame» tra alcune rare trombosi e AstraZeneca, https://www.ilpost.it/2021/04/07/ema-possibile-legame-trombosi-vaccino-astrazeneca/
  11. Il Post (2021c), Il vaccino AstraZeneca a chi ha più di 60 anni, https://www.ilpost.it/2021/04/08/vaccino-astrazeneca-uso-preferenziale-limiti-eta/
  12. Il Post (2021d), È utile combinare due vaccini diversi? https://www.ilpost.it/2021/02/16/combinazione-vaccini-coronavirus-diversi/
  13. Lidegaard, O., Nielsen, L. H., Skovlund, C. W., & Løkkegaard, E. (2012). Venous thrombosis in users of non-oral hormonal contraception: follow-up study, Denmark 2001-10. BMJ (Clinical research ed.)344, e2990. https://doi.org/10.1136/bmj.e2990
  14. Ministero della Salute (2021), Vaccino Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca). Aggiornamento raccomandazioni. http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato8898506.pdf
  15. O’Leary, S. T. (2021, June 2). Myocarditis after SARS-CoV-2 Vaccination: True, True, and… Related? American Academy of Pediatrics. https://doi.org/10.1542/peds.2021-052644
  16. Slovic, P. and Zionts, D. and Woods, A. K. and Goodman, R. and Jinks, D. (2011), Psychic Numbing and Mass Atrocity. In E. Shafir (Ed.), The behavioral foundations of public policy (pp. 126–142). NJ: Princeton University Press, 2013., Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=1809951
  17. Sole 24ore (2021), Vaccini in tempo reale, https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/
  18. The Guardian (2021), Delta variant causes more than 90% of new Covid cases in UK, by Nicola Davis. https://www.theguardian.com/world/2021/jun/11/delta-variant-is-linked-to-90-of-covid-cases-in-uk
  19. Wired (2021a), Sul caso AstraZeneca il giornalismo italiano ha scelto di non fare informazione, di Luigi Mastrodonato, https://www.wired.it/attualita/ambiente/2021/03/12/giornalismo-italia-astrazeneca-vaccino/?refresh_ce=
  20. Wired (2021b), Vaccinare i più giovani con AstraZeneca e J&J è rischioso? Di Anna Lisa Bonfranceschi, https://www.wired.it/scienza/medicina/2021/06/10/vaccini-rischio-vaccino-covid-19/

L’autore

Lorenzo Gagliardi

Lorenzo Gagliardi, nato a Cosenza nel 1995, è un dottorando di ricerca in Methods and Models for Economic Decisions (Università degli Studi dell’Insubria). I suoi principali interessi sono l’economia comportamentale, le scienze cognitive e l’etologia.

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