Cosa sono i bias cognitivi?Tempo di lettura stimato: 9 min

di Loreta Cannito

Perché gli errori sono importanti? Cosa possiamo comprendere analizzando i nostri errori mentali? Come possiamo sfruttarli a nostro vantaggio? Nell’articolo di oggi proveremo a rispondere a queste domande e cercheremo di capire perché i bias cognitivi sono così presenti nella nostra quotidianità. 

La nascita e la diffusione del concetto di “Bias Cognitivi” sono riconducibili all’inizio degli anni ’70, quando gli psicologi Kahneman & Tversky avviarono il programma di ricerca denominato “Heuristics and Bias Program, allo scopo di comprendere in che modo gli esseri umani maturassero decisioni in contesti caratterizzati da ambiguità, incertezza o scarsità delle risorse disponibili.

Amos Tversk Daniel KahnemanAmos Tversky e Daniel Kahneman

Le evidenze sperimentali accumulate in quel periodo, le quali disconfermavano ripetutamente gli assunti di base della teoria classica delle decisioni, portarono i due autori a sviluppare una nuova lente teorica con cui guardare ai processi decisionali umani nel tentativo di pervenire ad un modello che fosse quanto più rappresentativo del reale comportamento umano e quanto più lontano dall’impronta normativa imposta dagli approcci teorici precedenti.  

Il contributo rivoluzionario fornito dai due autori fu definitivamente riconosciuto nel 2002, quando a Daniel Kahneman fu assegnato il premio Nobel per l’Economia «per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza».  

COSA SONO I BIAS COGNITIVI? 

Wikipedia definisce un bias cognitivo come: “un giudizio (o un pregiudizio), non necessariamente corrispondente all’evidenza, sviluppato sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque ad un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio”.  

Questa definizione coglie due aspetti essenziali di un bias:  

  1. Il bias cognitivo nasce come conseguenza dell’applicazione di un’euristica  
  2. Il concetto di bias è legato a quello di “errore” 

In effetti, nel corso degli ultimi decenni, i contributi provenienti dalla psicologia evoluzionistica hanno mostrato che nel corso del tempo, il sistema cognitivo umano si sia adattato alle richieste dell’ambiente esterno sviluppando diverse strategie di ragionamento e decisione, tra le quali ritroviamo le euristiche.  Il ragionamento di tipo euristico, in opposizione a quello di tipo algoritmico, prevede che si giunga ad una risposta/output affidandosi all’intuizione piuttosto che seguendo un procedimento di verifica sequenziale degli step necessari allo scopo. Tale stile decisionale è preferibile in quelle circostanze in cui la scarsità di risorse cognitive e di risorse temporali impediscono una valutazione approfondita e ponderata di tutti gli elementi o quando l’output richiesto al sistema cognitivo concerne procedure familiari o già consolidate.  

sistema 1 e sistema 2

In modo simile, in Thinking Fast and Slow (2011), Kahneman fornisce la teorizzazione di due sistemi (Sistema 1 e Sistema 2) deputati alla gestione del pensiero di tipo razionale e del pensiero di tipo intuitivo. Nonostante, in talune circostanze, il pensiero intuitivo offra numerosi vantaggi (velocità, parallelismo, assenza di sforzo ecc.) e ci permetta di decidere in modo efficace, esistono condizioni in cui la sua attuazione e più in generale l’applicazione di euristiche e scorciatoie mentali ci porta a conclusioni errate sul mondo che ci circonda.  

QUANTI BIAS COGNITIVI ESISTONO?

bias cognitivi

La ricerca per indentificare gli errori in cui la nostra mente può incorrere è ancora oggi molto attiva e in continua evoluzione tanto che la lista dei bias cognitivi che hanno ricevuto conferma cresce continuamente. Infatti, è stato stimato che la mente umana possa essere soggetta ad oltre 100 bias cognitivi, alcuni molto diversi tra loro per ciò che concerne meccanismo di genesi e target dell’errore. In un recente lavoro di revisione delle tassonomie precedenti, tutte costruite sulla base di diverse teorie cognitive di riferimento e quindi impossibili da confrontare (Arnott, 1998, 2006; Baron, 2008; Carter, Kaufmann, & Michel, 2007; Stanovich & West, 2008; Tversky & Kahneman, 1974), gli autori hanno tentato di clusterizzare i principali bias riconosciuti in letteratura (BOX 1) riuscendo a pervenire a 5 categorie empiriche di appartenenza:

Representativeness biases (R): caratterizzati da violazione di regole probabilistiche a favore di opzioni più rappresentative e più disponibili;

Wish biases (W): caratterizzati dall’influenza del desiderio sulla decisione;

Cost biases (C): caratterizzati da distorsione del valore dei costi o delle perdite;

Framing biases (F): caratterizzati dall’influenza del contesto sulla decisione;

Anchoring biases (A): caratterizzati dall’influenza di un punto di riferimento sulla decisione.

Da un punto di vista pratico ciascuna di queste tipologie di bias può, singolarmente o in congiunzione ad altri, influenzare e distorcere le nostre decisioni. Tuttavia, i 4 bias di rappresentatività, di framing e di ancoraggio sembrano essere quelli che meglio si prestano a essere studiati in ottica multidisciplinare se si considera che la loro pervasività non è limitata alle decisioni di tipo finanziario.

QUALI SONO I BIAS RILEVANTI PER LE DECISIONI FINANZIARIE?

Se si considerano gli scenari in cui il processo decisionale coinvolge entità economiche o scelte finanziarie sono diversi i bias che giocano un ruolo cruciale:

i bias e le scelte economiche

  • CONFIRMATION BIAS: è la tendenza a sovra-ponderare gli elementi che confermano la correttezza di una propria idea o decisione;
  • OVERCONFIDENCE BIAS: è la tendenza a riporre eccessiva fiducia nelle proprie scelte e capacità previsionali;
  • DISPOSITION EFFECT: è la tendenza a mantenere titoli in perdita e a cedere titoli in crescita;
  • HINDSIGHT BIAS: è la tendenza a esprimere opinioni considerando le probabilità a posteriori, ovvero in seguito all’evento di interesse. Anche detto, bias “del senno del poi”;
  • LOSS AVERSION: è la tendenza a considerare più rilevante una perdita che un guadagno di pari entità;
  • HOME BIAS: è la tendenza a preferire titoli non stranieri, con conseguente scarsa diversificazione del portafoglio;
  • ENDOWNMENT EFFECT: è la tendenza ad attribuire un valore superiore ad un bene, quando già posseduto;
  • SUNK- COST BIAS: è la tendenza a continuare un’attività non proficua a causa dei costi non recuperabili già investiti in quella attività;

È POSSIBILE PREVENIRE TALI TENDENZE?

Sì, ma solo con un ottimo training! Nel corso degli ultimi anni, a seguito delle numerose evidenze sperimentali sui bias cognitivi, si è sviluppata un nuovo filone di indagine il cui obiettivo è stabilire procedure di riduzione ed eliminazione dei bias cognitivi riunite sotto il nome di processo di debiasing. Tale processo di training è basato sul cambio di prospettiva, sul nudging e sul controllo esterno (leggi il nostro precedente articolo a riguardo!) e su alcuni elementi che costituiscono la pratica di mindfulness (per saperne di più: A user’s guide to debiasing http://www.opim.wharton.upenn.edu/~kmilkman/Soll_et_al_2013.pdf).

Nel Box 1 qui in fondo troverete un elenco corposo dei bias (Ceschi et al.,2012), dei suggerimenti bibliografici per approfondire l’argomento e dei link utili.

BIAS Descrizione in Breve
Affection effect Riguarda l’influenza della connotazione affettiva verso gli oggetti che può alterare il processo razionale di presa di decisioni.
Anchoring heuristic Riguarda l’effetto che hanno i punti di riferimento nelle valutazioni compiute dagli individui.
Aversion to ambiguity I decisori sono avversi all’ambiguità
Availability heuristic Alcuni eventi, fatti od oggetti vengono maggiormente considerati perché facilmente richiamabili.
Base rate fallacy È la tendenza ad ignorare il ratio di una popolazione a favore della rappresentazione mentale.
Belief bias Si tratta di un bias cognitivo che induce gli individui a prendere una decisione sulla base delle loro convinzioni.
Confirmation bias Si tratta di una tendenza che induce gli individui a preferire le informazioni che confermano le loro ipotesi ed a evitare possibilità contrarie.
Conjunction fallacy E’ una violazione di una norma logica che si verifica quando alcuni eventi rappresentativi vengono considerati più probabili di quanto in realtà lo siano.
Distinction bias Gli individui nei processi decisionali sono influenzati dalla modalità di valutazione: singola o congiunta.
Endowment effect E’ un effetto che porta gli individui ad assegnare un valore maggiore a ciò che già possiedono
Forer effect Gli individui tendono ad accettare le descrizioni di personalità vaghe e generali come applicabili unicamente a se stessi, senza rendersi conto che la stessa descrizione potrebbe essere applicata a chiunque.
Framing È un fenomeno che influenza la percezione decisionale, sulla base di un contesto di decisione positivo o negativo.
Gambler’s fallacy Si tratta di un effetto che induce gli individui a considerare brevi sequenze dettate dal caso come statisticamente rilevanti.
Hindsight bias Si tratta di un processo mentale che induce gli individui a considerare un evento già verificatosi come più prevedibile di quanto in realtà sia.
Hyperbolic discounting E’ un fenomeno che induce le persone a preferire dinamiche incoerenti nella scelta di opzioni future.
Information bias E’ un bias dovuto ad una irrazionale gestione delle informazioni.
Illusion of superiority Spesso in alcune attività, gli individui tendono a valutare se stessi come superiori alla media.
Imaginability bias Eventi facilmente immaginabili vengono considerati come più probabili.
Opportunity cost E’ il costo dell’opzione non scelta, in generale inferiore al costo dell’opzione già scelta.
Optimism bias È la tendenza a considerare un esito futuro come più probabile se positivo ma meno probabile se negativo.
Planning fallacy E’ un illusione che porta gli individui a sottovalutare il tempo necessario per completare un compito.
Prominence effect E’ un fenomeno che succede quando un opzione presenta un attributo importante che influenza le preferenze rispetto a un confronto diretto tra le diverse opzioni.
Pseudo certainty effect E’ un effetto un che induce gli individui a considerare un risultato come più certo di quanto in realtà sia.
Reference price È la tendenza ad assegnare un prezzo ad un oggetto sulla base del contesto di riferimento.
Regression toward the mean E’ un fenomeno che induce gli individui a non considerare l’effetto del caso su una serie di eventi
Regret aversion E’ la tendenza ad evitare il rimpianto su scelte già effettuate
Sunk costs fallacy In economia i Sunk costs sono spese di bilancio già sostenute ma considerate maggiormente, in grado di compromettere la futura gestione del bilancio stesso.
Self-serving bias E’ un bias che si verifica quando gli individui attribuiscono i loro successi a fattori interni o personali e i loro fallimenti a fattori situazionali, indipendenti dalla loro volontà.
The extra-cost effect Si tratta di un effetto che porta gli individui a valutare maggiormente un costo perché già sostenuto.
Representative bias E ‘ la disposizione a violare il calcolo probabilistico bayesiano a favore di un opzione rappresentativa.
Wishful thinking E’ la tendenza a valutare un evento come più probabile perché maggiormente desiderato.
Zero risk bias E’ la tendenza ad evitare ogni forma di rischio e a preferire un opzione che potrebbe eliminare ogni minaccia a scapito dell’utilità attesa delle altre opzioni.

BOX 1: TASSONOMIA di Bias ed Euristiche in Ceschi et al. (2012)

BIBLIOGRAFIA SUGGERITA

  1. Amos Tversky, D. Kahneman (1974) – Judgment Under Uncertainty: Heuristics And Biases
  2. Tversky, D. Kahneman (1983) – Extensional Versus Intuitive Reasoning: The Conjunction Fallacy In Probability Judgment
  3. Kahneman Et Al. (2008) – The Endowment Effect: Evidence Of Losses Valued More Than Gains
  4. Ceschi Et Al. (2012) – Un Approccio Empirico Per Una Tassonomia Delle Euristiche
  5. Martie G. Haselton, Andrew Galperin (2011) – Error Management and the Evolution of Cognitive Bias
  6. Jack B. Soll, Katherine L. Milkman, John W. Payne (2015) – A User’s Guide to Debiasing
  7. Samuel McNerney (2015) – Living in a Post-Kahneman World
  8. Marco Besozzi (2013)- Errori cognitivi, probabilità e decisioni mediche

SITOGRAFIA

Una raccolta multimediale degli interventi più significativi del professor Kahneman: http://www.princeton.edu/~kahneman/multimedia.htm

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